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COMPRI ONLINE? ACQUISTI SU AMAZON? E’ LEGALE PER LA LEGGE ITALIANA? ECCO COSA C’E’ DA SAPERE SULLA FATTURAZIONE

Per non incappare in sanzioni o reati come il contrabbando ecco cosa c’è da saper riguardo gli acquisti online.

Sai se ciò che compri proviene dall’Unione Europea oppure da paesi extracee?
Come si identifica ai fini fiscali il fornitore ?

Se ti poni almeno queste domande sei attento e difficilmente potresti trovarti di fronte ad azioni considerate illegali per la legge italiana.

ECCO NEL DETTAGLIO ALCUNI ACCORGIMENTI DA CONSIDERARE:

Se fai acquisti e il fornitore è extracomunitario e i beni, all’atto dell’acquisto, partono da un Paese extra-UE:

in questo caso l’operazione di acquisto è considerata “un’importazione” ed è pertanto soggetta a Iva in dogana e a eventuali dazi.
Quindi, nel caso tu riceva la fattura come titolare di partita Iva, per poterla registrare in contabilità e fruire della detrazione dell’Iva e della deduzione del costo, dovrai avere in mano:
– La fattura di acquisto del fornitore estero (con indicazione della completa ragione sociale e della tua p.iva italiana)
– La bolla doganale
– L’eventuale fattura del vettore per addebito degli oneri doganali.

Infatti, per detrarre l’iva pagata in dogana è necessario numerare e annotare la bolletta doganale di importazione nel registro degli acquisti, mentre per dedurre il costo si registra la fattura emessa dal fornitore estero nella sola contabilità generale.

Purtroppo molte fatture sono sbagliate e per questo motivo bisogna fare attenzione.

Non è possibile, per le importazioni, procedere all’integrazione della fattura estera come avviene per gli acquisti intracomunitari.
Nel caso di importazione da un fornitore extracomunitario e nel caso in cui i beni siano spediti da un altro Paese UE, la C.M. 23 febbraio 1994, n. 13-VII-15-464 (§ B.16.3) dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, salvo diversa disposizione della normativa del Paese UE di provenienza dei beni, il fornitore extra-UE dovrebbe identificarsi ai fini Iva in uno dei due Paesi UE di provenienza dei beni, in tal caso l’operazione diventerebbe intracomunitaria con gli adempimenti da seguire già spiegati.
Preciso infine che, qualora il fornitore extra-UE non s’identifichi in nessun Paese UE, gli obblighi relativi a tale cessione devono essere adempiuti da chi compra in Italia con l’emissione di un’autofattura (art. 17, comma 2, del D.P.R. n. 633/1972).

In tal caso è tuo obbligo, come acquirente, provvedere alla regolarizzazione dell’acquisto versando l’Iva e relativi dazi doganali presso l’Agenzia delle Dogane. In caso di controlli fiscali potresti incorrere in sanzioni e addirittura rischiare il penale per il reato di contrabbando.

Il caso in cui il fornitore è identificato ai fini Iva in Paesi UE e i beni, all’atto dell’acquisto, partono anch’essi da un altro Paese UE:

In questo caso se sei titolare di partita Iva il tuo acquisto è considerato “acquisto intracomunitario” con l’obbligo di integrazione della fattura di acquisto con l’Iva e la presentazione del modello INTRA.
Se sei un privato o non hai fornito la partita Iva, il fornitore applicherà nella fattura l’imposta del Paese UE dello stesso fornitore a meno che si sia identificato ai fini Iva in Italia per cui l’imposta sarà addebitata secondo l’aliquota Iva italiana.
Attenzione: se sei titolare di partita Iva devi essere iscritto all’elenco VIES per fare operazioni in ambito UE.

E se invece compriamo da un fornitore non residente (UE o extra-UE) beni già “fisicamente” presenti in Italia?

In questo caso se i beni in vendita sono già stati precedentemente trasportati/spediti in Italia in un magazzino di consegna, il fornitore deve essere identificato in Italia e la vendita dei beni al cliente italiano dà luogo a un acquisto interno. Pertanto se sei il titolare di partita iva e se il fornitore è in altro Paese UE , dovrai integrare la fattura, mentre se il fornitore è stabilito in un Paese extra-UE dovrai emettere un autofattura (art. 17, comma 2, del D.P.R. n. 633/1972).
Se invece acquisti come privato consumatore, dovresti ricevere una fattura con addebito dell’IVA da parte della posizione Iva italiana del fornitore (UE o extra-UE).

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